Archeologia,  Capraia

Il relitto delle Formiche di Capraia

Più di duemila anni fa una nave viaggiava sul mare di Capraia… sfortuna volle che fra sè e la meta incontrasse le Formiche. Nelle foto subacquee alcuni dei reperti ritrovati sul fondale ed anche il piccolo ‘guttus’ a vernice nera dal carico del relitto ellenistico delle Formiche. I reperti sono miracolosamente sfuggiti al saccheggio moderno e sono stati recuperati.

Il Relitto delle Formiche di Capraia è stato studiato a partire dal 2007 dalla Dott.ssa Pamela Gambogi del Nucleo operativo Subacqueo Sovrintendenza per i Beni Archeologici della Toscana.

Nel corso del mese di giugno 2007 la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana ha compiuto ulteriori indagini sul relitto delle Formiche (150 a. C. circa) in collaborazione con il Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Livorno (Nucleo Sommozzatori, Giuseppe Massimo Giudicelli) e il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze (Luca Sasdelli). Il giacimento è stato introdotto nella Carta del rischio dei beni culturali sommersi della Toscana. Ha collaborato alle ricerche la motovedetta del Comando Carabinieri di Portoferraio.

Pamela Gambogi (Nucleo operativo Subacqueo Sovrintendenza per i Beni Archeologici della Toscana) sulla possibile origine della nave:

“Le navi commerciali fin dalle origini caricano e scaricano in ogni porto…siamo in un momento di transizione fra la scomparsa degli Etruschi e la nascente potenza di Roma Repubblicana (ricordo che il primo imperatore, Augusto, andrà al potere solo nel 30 a.C.)  Il carico di ceramica a vernice nera di tipo Campana A, prodotta nell’Italia meridionale, così come le anfore vinarie cosiddette ‘greco-italiche’, parlano di un flusso commerciale diretto dal Tirreno verso la Gallia e la Spagna, dove il vino italico, accompagnato dai serviti di ceramica da mensa, era un prodotto apprezzato e assai richiesto”

Foto subacquee: Soprintendenza Beni Archeologici della Toscana

Come tutta la ceramica romana di semplice terracotta per ottenere la superficie nera brillante, che qui il mare ha mangiato, prima della cottura si stendeva un film di argilla mista a carbone. Non c’è vernice, invetriate, maioliche e porcellane verranno molto dopo.

(Pamela Gambogi)