Lo Stagnone di Capraia
Scorrono le nubi sullo Stagnone (10 febbraio 2019)
Di Fabio Guidi
PrendeteĀ una domenica d’inverno a Capraia: l’occasione perfetta perĀ un’escursione a piedi nel cuore dell’isola!
Capraia ĆØ un’isola di origine vulcanica, nata circa 9 milioni di anni fa, ma sul territorio non ci sono tracce di bocche vulcaniche. La leggenda vuole che lo Stagnone, unico invaso naturale dell’Arcipelago Toscano, sia stato la bocca del vulcano. Questo “laghetto” ĆØ anche la destinazione della nostra gita.
Dal paese di Capraia Isola, lo Stagnone dista circa 6 km. Il percorso ĆØ vario: si inizia andando verso la Piana ma poco prima di arrivarci si devia a destra in direzione dell’Arpagna. Da qui inizia la Strada del Semaforo a tratti coperta dalla macchia alta. Dopo il bivio per lo Stagnone inizia il sentiero che porta anche al Monte le Penne. Dopo la Sella dell’Acciattore con la Corsica all’orizzonte, troviamo un’altra salita e una discesa, per arrivare allo Stagnone. Per la fioritura del ranuncolo, invece, bisogna tornare in primavera.
PRIMA TAPPA
Si parte dalla piazza principale del paese dominata dalla Chiesa di San Nicola. Entrando nella chiesa del Settecento, si possono vedere le tre luminose navate, gli stucchi e il coro ligneo del XVII secolo.
Ci dirigiamo poi verso la Piana, una zona pianeggiante a circa 2 km dal paese, dove troviamo i vigneti di una azienda agricola e la Chiesa di Santo Stefano. La chiesa ĆØ stata distrutta dai Saraceni nel IX secolo e riedificata nell’XI: oggi tutto ciĆ² che ne rimane sono le mura laterali e parte dell’abside.
La piana ĆØ stato il primo insediamento abitato dellāisola poi distrutto da una scorribanda di saraceni intorno al IX secolo; per oltre duecento anni lāisola fu abbandonata e il nuovo centro fu realizzato in una zona piĆ¹ sicura dove sorge attualmente il forte San Giorgio.
SECONDA TAPPA
Una volta usciti dal paese non incontriamo nessuna abitazione, lāisola si presenta completamente deserta. Per andare allo Stagnone, prima della Piana, prendiamo il bivio per il monte Arpagna che porta allāinterno del Parco Nazionale dellāArcipelago Toscano. Dopo poco la strada sterrata diventa lastricata di pietre e inizia una specie di mulattiera, chiamata strada vicinale del Semaforo, costruita per portare i rifornimenti allāinsediamento della Marina Militare.
Il percorso ĆØ in salita ma presenta una vegetazione a tratti alta che forma un tunnel ombroso, molto utile in estate. Lungo questo tratto alle nostre spalle in direzione nord est si vede il paese dominato dal Forte San Giorgio con il mare allāorizzonte. Allāinterno dellāIsola non ci sono sorgenti naturali per cui ĆØ bene portarsi una buona scorta di acqua specialmente in estate.
Il bivio per lo Stagnone si presenta sulla destra alla Sella del Monte Cancelle a 336 metri. Da qui abbandoniamo la strada del Semaforo e ci inoltriamo in un vero sentiero tra la macchia mediterranea costituita in questo tratto principalmente da Erica Arborea, Cisto e Rosmarino. Il panorama si apre e dopo poco si intravede il mare con la Corsica allāorizzonte. Dopo una discesa si incontra la Sella dellāAcciattore, qui vale la pena deviare dal percorso ed arrivare in vista del mare. La costa occidentale ĆØ ripida e non ĆØ raggiungibile se non in barca; la Corsica dista solo 30 km e nelle giornate di sereno si vede bene anche il paese di Macinaggio con le pale eoliche sulla cresta delle montagne.
Sulla Sella ci sono dei prati di erba bassa punteggiati da pietre ordinate in misteriosi cerchi. Niente di magico: sono stati realizzati molti anni fa da un gruppo di scout.
TERZA TAPPA
Il sentiero prosegue verso lo Stagnone che sembra non arrivare mai, infatti rimane nascosto fino a che non compare vicinissimo allo sguardo. Lo Stagnone, per buona parte dellāanno pieno di acqua, ĆØ situato in un avvallamento naturale: ciĆ² ha fatto pensare che fosse una delle bocche vulcaniche di Capraia. Lo Stagnone (o Laghetto come viene chiamato da queste parti) ĆØ alimentato dalle piogge e forse da una piccola sorgente sotteranea. Non ĆØ molto profondo ed ha rischiato di sparire a causa dell’invasione di una pianta lacustre chiamata Tifa che lo ricopriva quasi del tutto. Il Parco Nazionale dellāArcipelago Toscano con un apposito progetto di eradicazione della Tifa lo ha salvato e a primavera ogni anno ĆØ ricoperto dai fiori del Ranuncolo peltato di Baudoti.