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L’Anello lo Stagnone – Monte Le Penne

Di Mariella Ugolini

L’Anello lo Stagnone – Monte Le Penne: Paese – Piano – Lo Stagnone – Monte Le Penne – Ex Colonia Penale – Porto – Paese

L’anello dello Stagnone – Monte Le Penne è l’itinerario immancabile per chi soggiorna a Capraia: un susseguirsi di ambienti e di panorami che permette di conoscere le meraviglie naturalistiche e storiche di quest’isola meravigliosa.

‘Lo Stagnone’ è l’unico lago naturale di tutto l’Arcipelago Toscano, incastonato tra il Monte Forcone e il Monte Rucitello lungo la dorsale insulare, un luogo di assoluta pace e tranquillità dove osservare la natura.

Dal Monte Le Penne si può godere di un panorama strepitoso sulle isole toscane, la costa e la Corsica.

Attraversando la Ex Colonia Penale Agricola si possono ammirare le opere imponenti di ingegneria finalizzate alla produzione agricola e le diverse diramazioni carcerarie.

Una escursione che vi farà immergere nel cuore dell’isola, tra i suoi silenzi, le sue rocce, la sua storia.

Caratteristiche del percorso escursionistico:

Lunghezza totale: 12 km circa

Dislivello totale in salita: 550 m circa

Tempo di percorrenza effettivo: 4,5 ore circa

Livello di difficoltà escursionistica: medio-impegnativo.

Il percorso è in parte su agevole strada asfaltata, cementata e sterrata, in parte su mulattiera con pendenza piuttosto pronunciata e pavimentazione irregolare, in parte su sentiero con rocce affioranti e fondo talvolta sdrucciolevole. Superato il Monte Le Penne è un passaggio su roccia che necessita di attenzione. La discesa che permette di raggiungere la strada sterrata della Ex Colonia Penale Agricola è piuttosto ripida e su fondo in terra battuta talvolta sdrucciolevole.

Panorama dalle Penne

Si consiglia di effettuare il percorso con favorevoli condizioni meteo e temperature fresche.

La copertura della rete mobile è scarsa o assente per gran parte dell’itinerario.

L’itinerario si svolge per la maggior parte all’interno del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, si raccomanda di rispettare le norme di tutela segnalate dall’Ente Parco (https://www.islepark.it/ente-parco/normativa)

Attrezzatura necessaria:

Scarpe da trekking

Scorta d’acqua (lungo l’itinerario non sono presenti punti di rifornimento, per cui si raccomanda di portare almeno 1,5 l a persona, in caso di alte temperature si raccomandano 2,5 l a persona)

Attrezzatura consigliata:

Cappellino (il percorso è quasi tutto esposto al sole)

Crema solare protettiva

Bastoncini da trekking (molto utili sia in discesa che in salita)

Mappa dei sentieri dell’isola

Descrizione dell’itinerario:

Partendo dal cuore del paese, cioè da Piazza Milano, si prende la strada cementata che costeggia a sinistra il fianco della Chiesa di San Nicola (segnalata sui cartelli escursionistici e le mappe con numero di sentiero 406) e la si percorre allontanandosi dal borgo in leggera salita. A circa 700 m dalla piazza, in corrispondenza di alcuni magazzini la strada diventa sterrata. Proseguiamo a dritto sullo sterrato pianeggiante affiancato da muretti a secco, dove la vegetazione si fa più presente con qualche rara pianta di quercia, pino, arbusti di  cisto, ginestra, mirto e lentisco. Superato il breve tratto di mulattiera che, risalente ai primi decenni del ‘900, serviva la stazione semaforica della Marina Militare collocata sul Monte Arpagna, incontriamo lo slargo di una vecchia cava ormai abbandonata dove è l’attacco del Sentiero del Reganico (sentiero n. 410). Ignorata la deviazione del Reganico, proseguiamo ancora dritto sullo sterrato (la strada è segnalata ancora come sentiero n. 406). Camminando lungo il percorso agevole in leggera salita, potremo ammirare sulla destra lo splendido panorama con i rilevi della ‘dorsale’ che da nord a sud caratterizza l’isola di Capraia.

Stiamo entrando nell’area tutelata dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

A circa 2 km dal paese si incontra il bivio che indica a destra la direzione per il Monte Arpagna (sentiero 405) e a sinistra quella per la Cala del Ceppo/bivio dello Zenobito/pieve di Santo Stefano (sentiero 409).

Consigliamo volentieri di fare una breve deviazione (circa 800 metri tra andata e ritorno) per andare a vedere la piccola Pieve di Santo Stefano Protomartire (descrizione dell’itinerario alla pagina https://www.visitcapraia.it/itinerario-dal-paese-alla-cala-del-ceppo/).

Prendiamo quindi a destra il sentiero n. 405 per il Monte Arpagna (il sentiero ci condurrà al bivio da cui raggiungeremo Lo Stagnone – Monte Le Penne).

Il percorso prosegue pianeggiante superando la zona detta ‘Il Piano’ che possiamo ammirare alla nostra sinistra: ampia vallata incastonata tra i rilievi che la proteggono dai venti, antica area di insediamento oggi occupata da meravigliosi vigneti.

Lasciando ‘Il Piano’ la mulattiera comincia a salire decisamente: occorre fare attenzione al fondo irregolare, ma vale la pena fermarsi ogni tanto per voltarsi e ammirare lo splendido panorama attorno a noi e osservare il paese lontano alle nostre spalle.

La Strada vicinale del Semaforo

Considerata l’opera ingegneristica e l’importante funzione di collegamento tra il paese e la stazione semaforica collocata sul Monte Arpagna che ha avuto nel passato, non sorprende che la mulattiera avesse il nome di ‘Strada vicinale del Semaforo’.

La salita impegnativa è alleviata dalla vegetazione a corbezzolo e erica arborea che, sviluppando alta, forma alcune gallerie ombrose dove muschi, felci, ciclamini e il piccolo cimbolino trilobo allietano il cammino.

La Strada vicinale del Semaforo

Ad una quota di circa 280 m s.l.m., appena superato uno stretto tornante che gira a sinistra, troviamo i due manufatti de ‘Le Fontanelle’: oggi inutilizzabile ma un tempo preziosa fonte d’acqua.

Continuiamo a salire lungo la mulattiera fino alla quota di 320 m s.l.m. circa, dove comincia a spianare in quella che viene chiamata ‘Sella delle Cancelle’. Qui occorre fare attenzione, poiché a circa 150 dall’inizio del tratto dritto pianeggiante troveremo alla nostra destra la deviazione che, su sentiero, conduce a Lo Stagnone e al Monte Le Penne (indicato con il n. 402).

Preso il sentiero, il fondo si presenta da subito irregolare, con rocce affioranti, ma estremamente bello per la vegetazione di macchia prevalentemente a cisti che lo fiancheggia, e che in primavera si ricopre di una miriade di fiori bianchi.

Il sentiero sale per un breve tratto per poi scendere fino alla ‘Sella dell’Acciatore’, che attraversa per risalire il Monte Forcone.

La Sella dell’Acciattore

La Sella dell’Acciatore è uno dei luoghi magici di Capraia e di particolare valore naturalistico, poiché colonizzata da una steppa ad asfodelo che in primavera, quando fiorisce, è uno spettacolo osservare muoversi al vento. E’ doveroso fare una deviazione per raggiungere i roccioni all’estremità occidentale del pianoro, da dove è possibile godere di una vista spettacolare sulla scogliera dirupante a mare e la ‘Cala di Fondo’.

Panorama dalla Sella dell’Acciattore

Ritornati sui nostri passi, riprendiamo il sentiero per Lo Stagnone (a circa 20 minuti dalla sella) e il Monte Le Penne: saliamo il pendio del Monte Forcone fino a una quota di 345 metri circa e quindi riscendiamo per attraversare una zona pianeggiante caratterizzata da pratelli, superati i quali, con un’ultima breve salita, scopriremo, quasi a sorpresa, Lo Stagnone.

Lo Stagnone

Questo lago, l’unico naturale di tutto l’Arcipelago Toscano, costituisce un habitat di alto valore conservazionistico, sia per le specie vegetali presenti (in primavera si ricopre della fioritura bianca del Ranuncolo di Baudot), che per la fauna ornitica che qui è possibile osservare in sosta durante le migrazioni o in allenamento nell’apprendimento delle tecniche di volo (non è raro poter ammirare a lungo i giovani falchi pellegrini in esercitazione).

Il Ranuncolo

Riprendiamo il sentiero che costeggia il lato orientale del laghetto e prosegue verso il Monte Le Penne, che vediamo ergersi di fronte a noi, a circa mezz’ora di cammino.

Il percorso per Le Penne è veramente spettacolare, alto (ma non esposto) sulla costa che ripida scende a mare.

Le Penne

La salita si fa ripida negli ultimi 250 m circa che permettono di arrivare in prossimità della vetta del Monte. Giunti al punto in cui il sentiero curva decisamente verso est spianando, vi invitiamo a proseguire salendo qualche metro fuori sentiero, per fare una sosta sul pianoro naturale situato in prossimità della vetta. Il panorama da quassù è incantevole: la Corsica con la Giraglia, la costa ligure con le isole dell’Arcipelago Spezzino, la costa toscana dalle Alpi Apuane al promontorio di Piombino, le isole di Gorgona, Elba, Montecristo, Pianosa…e la costa di Capraia, con il susseguirsi di insenature a mare e l’isoletta della Perajola (o Prajola), nonché i rilievi interni all’isola e anche Lo Stagnone che abbiamo appena visitato.

Panorama dalle Penne

Ritorniamo sul percorso ufficiale e cominciamo a scendere dal Monte Le Penne. In questo tratto dovremo fare attenzione ad un passaggio su roccioni non immediatamente visibile, che richiede attenzione e un pizzico di agilità.

Il sentiero prosegue in un sali-scendi poco accentuato sotto il Monte Castello, fino a raggiungere un muro a secco: il varco derivato dal suo crollo consente di entrare all’interno della Ex Colonia Penale Agricola, delimitata un tempo da quel muro.

Il muro che delimitava l’ex carcere

Il sentiero inizia a scendere decisamente, zigzagando per circa 400 m, su fondo talvolta sdrucciolevole di terra battuta e roccette affioranti, fino a raggiungere la strada sterrata che passa poco sotto la ‘Lavanderia’ della Ex Colonia Penale.

Scendendo possiamo osservare il bellissimo panorama: la macchia, le coltivazioni ad ortaggi e vigneto, i terrazzamenti, gli edifici concentrati qua e là, le grandi cisterne a cielo aperto realizzate all’epoca della Colonia Penale per fornire acqua ai terrazzamenti.

Il Vascone degli Orti Grandi

Una volta raggiunta la zona pianeggiate, faremo attenzione a aprire e chiudere i cancelli dell’Azienda Agricola La Mursa: i camminatori sono pregati di non lasciarli aperti per non rendere vano il tentativo di difendere le coltivazioni dall’appetito dei mufloni, ungulati introdotti sull’isola negli anni ’80, bellissimi a vedersi, ma invasivi e sottoposti a un piano di contenimento.

L’Ovile

Percorriamo la stradella sterrata fino alla diramazione ‘Ovile’, dove si raccorda alla strada principale (anch’essa segnalata come sentiero n. 402) che collegava le diramazioni della Ex Colonia Penale: il cartello della segnaletica verticale indica a sinistra la direzione della diramazione più distante dal porto, verso nord, cioè ‘La Mortola’ (a circa 20 minuti dall’Ovile, seguendo la strada sterrata identificata con il sentiero n. 407). Chi volesse andare a visitarla potrebbe anche proseguire per andare a godere del bellissimo tramonto in località ‘Il Dattero’ (a circa 20 minuti dalla Mortola, su strada sterrata e poi breve sentiero), per poi ritornare indietro sullo stesso percorso.

Dall’ ‘Ovile’ seguiamo a destra l’indicazione verso il Porto, rimanendo sul sentiero 402, e fatti pochi metri passiamo davanti a una vecchia cisterna con fontana a parete (non più attiva). Da qui la strada comincia a scendere dolcemente in una serie di tornanti che ci condurranno fino alla diramazione ‘Portovecchio’, immediatamente riconoscibile per la presenza di una stalla con annesso silo, un tempo utilizzata per l’allevamento dei bovini e oggi per l’allevamento caprino dell’Azienda Agricola Il Saracello.

Poco distante dalla stalla è un magazzino utilizzato un tempo per i foraggi e seguendo la sterrata, ci troveremo a un bivio con cartello della segnaletica verticale indicante a sinistra, verso nord, la direzione per raggiungere la Cala di Portovecchio, bellissima insenatura con accesso al mare (a circa 40 minuti di cammino) e la Punta della Teglia, estremità settentrionale dell’isola di Capraia (raggiungibile con il sentiero n. 408 in circa 2 ore di cammino dal bivio).  Nella stessa direzione vediamo la struttura de ‘I Pollai’, oggi agriturismo Valle di Portovecchio, riconoscibile per l’edificio principale basso e allungato e le 5 casette annesse agli spazi aperti dove venivano allevati polli e animali da cortile.

Il cartello al bivio indica a destra la direzione per raggiungere il Porto e il Paese, che seguiamo lasciandoci a destra il tozzo e particolare edificio un tempo magazzino dei foraggi e godendoci il magnifico panorama. Superata un’ampia curva in corrispondenza della quale si trova la struttura ormai ridotta a rudere di una piccola chiesa, ci avviciniamo alla successiva e ultima diramazione della Colonia, chiamata ‘Aghiale’: vi si possono osservare diversi edifici per le attività e l’alloggiamento dei detenuti come la porcilaia, l’apiario, alcuni uffici, il dormitorio, una piccola cappella, le celle e gli spazi aperti (le ‘aie’) per le lavorazioni, il curioso ‘castelletto’.

Il Castelletto

La discesa si fa leggermente più pronunciata. Alla strada sterrata si è sostituita una pavimentazione cementata. Una targa a sinistra ricorda l’intitolazione ufficiale della strada a Giuseppe Cornero, prefetto di Livorno dal 1876 al 1881.

A circa 350 metri da qui, dopo aver superato il Vado dell’Aghiale su un ponte a mattoni rossi modellati dall’erosione, usciamo dalla Ex Colonia Penale Agricola oltrepassando il grande arco che ne segnala il limite.

Percorrendo gli ultimi tornanti raggiungeremo il Porto nei pressi della piccola Chiesa di Santa Maria Assunta, risalente all’XI secolo.

Dal Porto potremo ritornare al Paese utilizzando la strada asfaltata oppure la scorciatoia che inizia a circa 140 dalla chiesa lungo la strada asfaltata, appena superato il Vado del Porto e che vediamo segnalata in bianco/rosso: fatti pochi scalini, la scorciatoia sale ripida su lastricato e con un paio di tornanti raggiunge la strada di San Leonardo che conduce a dritto in Piazza Milano, da dove ha avuto inizio la nostra escursione.

Mariella Ugolini

Guida Ambientale Escursionistica

Guida Turistica

Guida Parco Nazionale Arcipelago Toscano

Mobile: +39 3209606560

E-mail: sentieriintoscana@sentieriintoscana.it

Panorama dall’ex carcere